sabato 5 maggio 2012

Un divano di nome "Klippan"

Ingvar Kamprad
L`altra sera la TV svedese tramite un programma d’inchiesta giornalistica:
Uppdrag granskning (Missione verifica).
Ha lanciato un accusa terribile ai danni della multinazionale IKEA.

l`accusa è stata mossa da due giornalisti svedesi Magnus Svenungsson e Lars-Göran Svensson i quali dopo aver consultato gli archivi della Stasi, hanno  scoperto una collaborazione tra l'azienda svedese e la Repubblica democratica tedesca.
La collaborazione consisteva nell`utilizzo di conndannati ai lavori forzati nella produzione della famosa serie di divani Klippan prodotti negli anni 70-80 nella Germania dell’Est, in quegli anni guarda caso nel Paese comunista venne aperto lo stabilimento di Waldheim. Interessante è la deposizione di un capo dell’ex carcere ha detto che tra le possibilità di lavoro carcerario era anche “prevista la produzione di mobili”.

Il divano "Klippan
Certo l`accusa è pesante, aver utilizzato prigionieri politici come schiavi è sicuramente un bel danno di immagine. Se poi si aggiunge che Ingvar Kamprad, fondatore della multinazionale del mobile fai-da-te, qualche tempo fa, fu aspramente criticato per le sue simpatie filo-naziste:”la frittata è bella e che fatta”

Naturalmente le accuse, sono tutte da verificate.

Ikea sostiene di non essere a conoscenza di questi episodi. e la portavoce Ylva Magnusson si è affrettata a dichiarare "ci piacerebbe molto aprire un dialogo con coloro che si ritengono colpiti dalla vicenda".

Per ora quello è certo sono le dichiarazioni di alcuni ex prigionieri che hanno confermato le condizioni di duro lavoro cui erano sottoposti nelle fabbriche Ikea della Repubblica democratica tedesca
Staremo a vedere…!!!  


                     


Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.