sabato 26 ottobre 2013

Sanità a confronto. (Svezia vs.Italia)

L’Italia è il paese degli antibiotici. I nostri medici hanno la mania di propinarceli a ogni cavolata, ogni minimo malessere o disturbo che ci viene. Certo ci sono i medici più restii, quelli più prudenti e anche quelli che prima di prescriverti un antibiotico, ti vogliono vedere agonizzante nel loro studio. Ma in generale, vi assicuro, noi italiani, e in generale i popoli del sud, abbiamo la cultura dell’antibiotico. Antibiotico come panacea, antibiotico la sera come aperitivo, antibiotico in insalata.

Mi ricordo il primo pediatra di mia figlia in Italia: quasi sempre la visitava per telefono  – ve lo assicuro! – e più spesso che no, gli sbolognava un bell’antibiotico, a prescindere dal fatto che Mik. avesse veramente un’infezione batterica o un virus (caso in cui l’ab. non serve a un fico secco). Depennato senza pietà il primo, trovammo un secondo pediatra che visitava davvero Mik. ed era più cauto con la prescrizione di farmaci.
In Svezia la situazione è quasi opposta, ma indubbiamente migliore. Uno dei medici che mi ha visitato di recente, mi ha spiegato che più a nord si va, più la gente e i medici tendono a rifiutare l’ab. Se vai in Tunisia, se lo prendono anche per un'unghia incarnita; se vai in Finlandia, aspettano di avere la febbre a 40,5° per almeno una settimana, prima di valutare l’eventualità di assumerne; così, nelle generazioni, si crea meno resistenza che da noi e non é necessario inventarsi ab. sempre più forti e quindi alla fine dannosi, per sconfiggere i batteri.
L’ultima volta che sono stato malato, al terzo giorno di febbre alta ho contattato il Vårdcentralen affinchè mi visitassero. Tempo di farmi la barba e dopo un`ora ero nel laboratorio analisi dove mi hanno fatto nell’ordine e seduta stante: esame del sangue, esame delle urine (causa febbre alta non capivo perchè dovessi fare la pipì in un bicchiere di plastica e avevo già aperto il rubinetto dell’acqua, pensando di dover bere un po’ per rinfrescarmi) ed analisi di un campione preso dalla gola. Venti minuti netti ed i risultati erano pronti. A parte che in Italia per fare la stessa cosa, ci sarebbero volute due settimane tra richieste, prenotazioni, analisi, ritiro referti, pagamento ticket e nel frattempo il sottoscritto sarebbe o guarito o morto, a seconda dei casi.
scarpa:ECCO
Comunque vista l’impossibilità di fare tutto ciò in tempi ridotti, in patria, nel dubbio,mi avrebbero appioppato il famoso ab. In Svezia, constatato che si poteva trattare di un virus o di un battere (i risultati delle analisi erano “borderline”), mi hanno semplicemente consigliato di aspettare a prendere l’ab. solo se la febbre avesse persistito ancora per due giorni. Inutile aggiungere che, come sempre, ero soddisfattissimo di tutto il servizio, della velocitá, dell’efficienza, dell’organizzazione, dell'accuratezza.
C’è poco da fare: a livello di sanità, la Svezia ci batte alla grande.
scopiazzato:da dieitalienerin
Gli Svedesi saranno freddi, si vestiranno male e non sapranno che cosa vuol dire mangiare bene, ma almeno ti curano alla perfezione. Ora il dubbio è: meglio eleganti, ma vittime della mutua oppure sanissimi, ma con scarpe ”ECCO” e tanto di calzino a righe ai piedi? A ciascuno la sua risposta.
"Unicuique suum" e buon fine settimana a tutti.

 

Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.