venerdì 31 gennaio 2014

ELECTRLUX: "L`Italia non è la Polonia"


ELECTROLUX. MA L’ITALIA NON E’ LA POLONIA. NO AD UNA MANOVRA “LACRIME E SANGUE”, SULLA PELLE DEI LAVORATORI.

La vicenda Electrolux rischia di provocare uno sconquasso, nel tessuto sociale dei territori dove gli stabilimenti industriali del colosso svedese, sono insediati ed in primo luogo quello di Porcia, in provincia di Pordenone, fortemente a rischio chiusura, con i suoi 1.100 dipendenti. L’azienda punta sull’abbattimento del costo del lavoro e quindi delle retribuzioni. A questo proposito, ha dichiarato il Segretario Generale del Sindacato Comparto Sicurezza e Difesa Antonio de Lieto, vi è il balletto delle cifre fra sindacati ed Azienda. In sintesi le proposte “lacrime e sangue” dell’Electrolux, punterebbero ad una riduzione del salario, di tre euro l’ora, oltre al congelamento, per un triennio, degli incrementi contrattuali e degli scatti di anzianità. Si vorrebbe portare la Polonia in Italia? Il costo del lavoro in Polonia è di 6 euro l’ora ed in Italia è di 24 euro e l ‘obiettivo dell’abbattimento del costo del lavoro, dovrebbe essere raggiunto, proprio per essere competitivi . L’Italia - ha continuato il leader del SCSD - non è la Polonia ed il costo della vita è elevato ed i modesti stipendi dei lavoratori italiani, costringono questi a molti sacrifici ed una decurtazione delle paghe, al di la del “balletto” delle cifre, fra sindacato ed Azienda, porterebbe le famiglie alla povertà. A questo scenario, va aggiunto che, comunque, l’inflazione aumenta e, di conseguenza, questi lavoratori, diventerebbero sempre più poveri. A giudizio del SCSD - ha rimarcato de Lieto - è il Governo che, in questa circostanza, deve fare la sua parte, anche con provvedimenti di sostegno mirati, nel rispetto delle norme europee in materia di aiuti, per evitare che sul territorio, si creino sacche, non riassorbibili, di disoccupazione. La delocalizzazione è un problema che va affrontato con la massima urgenza, dal momento che una situazione occupazionale preoccupante, rischia di diventare incontenibile ed ingestibile, con conseguenze incalcolabili ed imprevedibili, sul tessuto sociale. Certo, è vero, il nostro costo del lavoro è alto, per tasse e balzelli che appesantiscono i costi, danneggiando gli stessi lavoratori ed i nostri prodotti trovano, proprio per questo, difficoltà ad essere collocati sul mercato. La tassazione, in generale, poi, è fra le più alte d’Europa. Altri Paesi, anche europei, offrono alle imprese, condizioni molto più favorevoli: una tassazione bassissima, costo del lavoro enormemente più ridotto, una burocrazia dinamica e non asfissiante. In Italia - ha sottolineato de Lieto - sembra che il principale pensiero del Governo di turno, sia quella di creare sempre più strane sigle, per introdurre sempre più odiose tasse. In questa situazione, i nostri prodotti, sono in grave difficoltà nell’affrontare i mercati. La vicenda Electrolux - ha concluso de Lieto - è figlia di questa situazione e bisogna avere il coraggio di dire che se non si tagliano le tasse e non si rende più snello il rapporto burocratico fra Istituzioni ed imprese, la vicenda Electrolux, è destinata a riproporsi, per tante altre aziende. 
Roma, 30 gennaio 2014.





giovedì 30 gennaio 2014

Datemi sto`caffè, e così sia.

Non c`è dubbio, non ce farei mai a svegliarmi se non anticiperei questa benedetta tazzina.

Non ha inportanza se a Stoccolma in questo periodo il cielo è sempre grigio e il sole sembra che ci abbia abbandonati, è gioia istantanea,questo caffettuccio,un abbraccio di ricordi piacevoli che mi avvolge come un sofficie manto.
Ha il sapore dell`ottimismo, che mi scorre nelle vene, sangue nero che si mescola nell`altro. Quì a Stoccolma lo trovi ad ogni passo.Non parlo solamente del nostro caffè della “tazzulella” napoletana per intenderci,ma dello svensk kaffe, kaffe, coffee,in genere,nettare universale che scandisce il ritmo del mattino in tutto il mondo (o guasi).Qui a Stoccolma ovunque ti giri te lo trovi davanti, al supermercato, in caffetteria,dal fornaio. Giorno e notte nelle stazioni di servizio apertissime alle quattro del mattino.Tazze di cartone, piene di cappuccino aromatico quasi sempre con una spolveratina di cioccolato. Ieri pomeriggio in galleria con l’appetitoso profumino di kaffebröd, le famose paste di lievito svedesi di cui ne ho consumate chili nella mia vita (soprattutto anni fa, quando avevo ancora il metabolismo aggressivo della gioventù).
Adesso me ne preparo uno che sia il mio adorato “Lavazza rosso” o suo cugino svedese “Gevalia” poco inporta. Stringo la tazza fra le mani, aspiro l’aroma, e mi sembra di sentire l`allegro casino del mercato di Civitavecchia, tutta la gioia di vivere che ci serve per continuare l’arduo cammino, la passione che ci nutre corpo e anima, le infinite possibiltà.   
Datemi sto`caffè, allora, e così sia.
Buonagiornata a tutti.


mercoledì 29 gennaio 2014

A proposito di pizza in Svezia.


Vi avverto, questo post è scritto da un pensionato in terra di Svezia incazzato come una foca nera con ancora in bocca il sapore incredibilmente fastidioso dell`aglio che ritorna, ed alito pestilenziale. Perdonerete quindi eventuale vernacolo laziale e sfogo prolungato.

Si, io difendo sempre questi greci scellerati mangiafeta, dico sempre che sono persone oneste, affidabili, cordiali…ma stavolta sono veramente incazzato.
Tu, pizzaiolo in riva al Mälaren, che gestisci un posto chiamato “Bella Napoli”, si, proprio tu, che forse Napoli non l’hai mai vista neanche in cartolina e non sai neanche cosa significa “bella” ma lo ripeti come un disco rotto da quando sono entrato...tu, che mi accogli con un “buonasera” e mi sorridi mentre ti parlo in italiano ma evidentemente non capisci un cazzo di quello che ti dico, tu, che dici:”signore”, “dottore”, “come stà”, al dente, ma perchè non stai zitto un attimo e ti risparmi questi appellativi che hai sentito nelle peggiori pubblicità della pasta e sughi pronti? Vai oltre!

Tu, che descrivi sul menu la mia adorata: “Pizza Margherita, mozzarella, basilico e pomodoro pachino fresco. E poi mi ci metti sopra il PESTO, "conservato in barattolo.”
NO, non accampare scuse in aria dicendo che nel pesto c’è il basilico perchè nel TUO pesto schifoso ci sono quantità microscopiche di basilico, il resto è olio per motori diesel e aglio inportato dalla transilvania e FA SCHIFO e mi fa ancora più schifo vedere che non mi hai risparmiato nemmeno il colpo al cuore di vedere l`origano  sulla mia margherita,
e NO!  
Simos Symeou, non puoi scrivere sul menù che le tue pizze sono cotte con il forno a legna perchè io non sento il magico profumo della brace, ma dal fetore che si sente lontano un chilometro è chiaro che è un forno a gas,
non mi freghi!!! E non guardarmi stranito se ti dico che i pomodorini Pachino sono un prodotto ortofrutticolo italiano a indicazione geografica protetta e si coltivano esclusivamente nella parte sud orientale della Sicilia.. 
Mentre tu hai usato senza ritegno alcuno Il “pachino di Pechino”  doppio concentrato di falso pomodoro “italiano” proveniente dalla Cina.

Sappi che quando tu crescevi a formaggio fritto Halloumi (χαλούμι) io imparavo a distinguere la delicata differenza di sapore tra il Reggiano e il Padano, ma non puoi capire, è inutile che mi dici “ciao signore” “grazie” e “prego”, perchè pure io sapevo dire: ευχαριστίες ”, “παρακαλώ e “musaka ” ancor prima di partire dalla Svezia per passare le vacanze nella tua Grecia, ma non per questo imbrogliavo greci spacciandogli piscio di gatto per Verdicchio dei Castelli di Jesi, io ti odio perchè mi sento preso per il culo, perchè non sai che mettere il pesto sulla margherita da noi si fa peccato mortale e non lo si può spacciare per basilico, allora stammi a sentire: Apriti una dignitosa Taverna Greca con relative specialità della casa, sottofondo di buzuki,e togli tutte quelle bandierine tricolori
dall’insegna, fammi il favore!

Ti odio ancora di più perchè avevo fame, tanta fame per non ingerire quella poltiglia verdastra  che c’era sulla mia pizza e soprattutto perchè ero con la mia più cara Amica che mi aveva consigliato il tuo ristorante e non volevo piantare una grana,ma la mia amica non puó saperne poverina, lei è svedese, e a lei può far piacere una "Hawai pizza", con 2 fette di ananas, formaggioFeta e conserva di pomodoro,

ma a me no!!!

È meglio che stò zitto, non parlo, ingoio l`amaro boccone, pago, e porto via la mia Amica, però sappi che il sapore d’aglio, che dopo due giorni ancora mi ritorna sù... mi farà ricordare il tuo ristorante per un bel pezzo, e se domani un fulmine si abbatte sul tuo forno a gas puzzolente….sarà solo un caso...!!!
 


Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.