mercoledì 9 novembre 2016

Sono del sud io.

L`ho sempre detto con orgoglio e con tutta la forza che posseggo: Io sono del sud. Soprattutto quando arriva l`inverno che a queste latitudini anche se con ritardo (poco…) arriva sempre statene certi ed allora ti trovi davanti `sti panorami che ti ghiacciano piedi, mani, cuore. E tu ti ritrovi ricoperto in strati di panni, maglioni, mutandoni, sciarpe, sciarpette e coperte.
Accidenti al freddo e al gelo, a queste nuvole traditrici. Ci si può pattinare sul mio lago, pauroso, micidiale, rigido e grigio. No, non è più il ”mio Mälaren" adesso, solo un abisso di angoscia e brividi. Ma che ci faccio io in questa scena inquieta e malinconica?
Sono del sud io, e posso esistere solo sotto un sole accecante. 
No! non vedo il ”romanticismo” di questo quadro, tutto qui. Infatti non sento neanche più il respiro. Non mi dite che vi piace, che vivere meglio a -25 vi fa bene, vi ispiraa far cosa, buttarvici dentro?
La tristezza si adagierà sulle acque gelate di questi grandi laghi. E vi verrà solamente voglia di piangere. Sono del sud io. E ci voglio tornare!




Attenzione

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Sono andato, tornato, ripartito.

Sono andato, tornato, ripartito.
E così ora sono qui, in un’altra fase della Vita. Abito vicino al ponte Västerbron, a forma di arpa. E’ bellissimo. La mia gratitudine è a scoppio molto ritardato. Faccio in tempo a dimenticare gli atti, i nomi e i volti prima di aver capito quando dovessi ad ognuno.